Sabato 19 febbraio, dalle 11:00 alle 17:00, Fabrica apre al pubblico per l’inaugurazione di Later came early (Il dopo arriva prima), una mostra sulle diverse interpretazioni del Tempo.
15 opere – installazioni, fotografie, video, esplorazioni digitali ed esperienze olfattive – realizzate dal team internazionale di creativi under 25 a conclusione della loro residenza artistica iniziata a Fabrica nel settembre dello scorso anno.
Alle 11:00 l’Auditorium ospita la presentazione ufficiale della mostra con interventi di Massimiliano Ventimiglia, program director; Joao Wilbert, interaction designer brasiliano già borsista a Fabrica dal 2008 al 2010 e Vanessa De Michelis, sound artist con base a Londra.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Il Tempo è difficile da spiegare in poche righe. Il dizionario lo descrive come “un ambiente infinito in cui gli eventi si susseguono”. È un concetto astratto creato dall’uomo che, nel corso della storia, l’ha definito in tutti i modi possibili, ponendo dei limiti all’esistenza umana. Il suo carattere irreversibile ci mantiene in uno stato di vulnerabilità.
Da una parte c’è il Tempo vissuto, quello delle nostre esperienze. Ci sono momenti che vorremmo dimenticare e altri che vorremmo rivivere. C’è poi il Tempo oggettivo visualizzato su un orologio e tradotto in numeri, giorni, passi, ritmi.
Mentre l’umanità avanza, il suo vizio rimane immutato: desidera sempre il “dopo”, guardando indietro senza vedere il presente.
Cosa succede quando il futuro diventa presente? Ci disorienta.
E quando il dopo arriva prima, come ci riorientiamo?
I giovani creativi di Fabrica propongono 15 interpretazioni diverse del Tempo toccando temi attuali come la sessualità giovanile, la crisi climatica, la memoria olfattiva, le esperienze traumatiche generazionali e l’isolamento sociale. Dall’orologio alla memoria, dalla scultura all’esperienza intimista, esse cercano di dare significato al Tempo usando forme e linguaggi diversi.
Ad accogliere le opere, l’architettura di Tadao Ando. Una villa del XVII secolo, che comunica armoniosamente con una costruzione in vetro e cemento, rimanda ad un senso di vuoto temporale, come se provenisse dal futuro e dal passato contemporaneamente.
La struttura cela inoltre al suo interno una biblioteca definita da “AD France” come “una delle più belle al mondo”: una spirale variopinta che accoglie circa 10.000 volumi – libri, testi e magazine di fotografia, grafica, architettura, design, arte.
Artisti in mostra: Maria Allegretti, filmmaker e scrittrice (Italia), Pietro Bucciarelli, fotografo (Italia), Álvaro Denek (Spagna), Dorian Étienne, designer (Francia), Mattia Eusepi, fotografo (Italia), Bobbi Fay, visual artist (Irlanda), Anna Jarosz, visual artist (Polonia/Svezia/Portogallo), Melissa Maarek, visual artist (Spagna), Jordan Guy-Mozenter, scrittore (USA), Alessia Lapio, designer (Italia), Evelin Mazzaro, fotografa (Italia), Anastasia Miseyko, fotografa (Spagna/Ucraina), Lydia Jayne Murray, designer (Irlanda), Lucía Peralta, graphic designer (Spagna) e Noah Ringrose, visual artist (Inghilterra).